mercoledì 29 febbraio 2012

assaggiatori

a tavola.
nm: mamma, posso prendere uno di quei pallini gialli?
m: cosa...il mais? sì, assaggia.
nm prende un chicco di mais dalla mia insalata mista.
nm: è mais?
m: sì. ti piace?
nm: aspetta. ng dice di fare così per fare un assaggio...guarda...
nm chiude gli occhi e mangia.
nm: mi piace, il mais.
mi tocca rinunciare ad un bel po' del mio mais per nm.
nm: mamma, mi fai assaggiare anche l'insalata?
è una delle rare volte in cui un nanetto che vive sul pianeta terra vuole assaggiare insalata. quasi mi commuovo. quasi, perchè mi aspetto  che quella fogliolina passi velocemente dalla bocca di nm al tovagliolo di carta.
nm miracolosamente mangia e ne chiede ancora.
sarà l'effetto della febbre a 40 di ieri.
ora entra in gioco l'emulazione del fratello maggiore.
np: attìo!
ossia, anch'io.
nm prende un chicco di mais e lo porta alla bocca di np, non prima di avergli spiegato la tecnica di assaggio.
np chiude gli occhi, apre la bocca e riapre gli occhi.
nm: no! devi masticare con gli occhi chiusi, se no non senti bene il sapore!
np obbedisce.
np: òno! cùa!
cioè buono, ancora.
np mangia ancora. mais e insalata, insalata e mais.

grazie

a cena. nm mangia tutta la pasta.
nm: cara mamma, mi dai il secondo per favore?
m: certo, caro figlio.
ng: perchè hai detto caro figlio?
m: perchè lui mi ha detto cara mamma.
ng ride.
io, ng e nm prepariamo una frittata. nm mangia tutta la sua abbondante porzione, si pulisce la bocca e scende dalla sedia.
nm: mamma, grazie...grazie di tutto, anche della frittata.

vita viva

ore 16.10: io, nm e np ci stiamo incamminando verso la scuola dove tra poco uscirà ng.
np è arrabbiato perchè gli ho detto che non può prendere il monopattino di nm parcheggiato in macchina, dato il traffico di pedoni e veicoli a ridosso del marciapiede.
passiamo davanti alla cancellata di un condominio con parchetto annesso.
forse np in quel momento decide di farmi diventare il suo ciuccio per vendicarsi: se lo toglie dalla bocca, allunga il braccio tra le inferriate del cancello e lo molla, facendolo finire sul praticello del condominio.
np: mi sussiu...(il mio ciuccio)
forse mi ha mollato lì sottoforma di ciuccio, ma se ne pente subito perchè inizia a piangere. dunque mi rivuole. tento di recuperarlo. di recuperare me stessa. inutile.
m: np, non riesco a prendermi, cioè...a prenderlo...mi dispiace, però tu non dovevi lanciarlo...non preoccuparti, lo troverà un uccellino che ne ha bisogno per fare la nanna.
np è un po' più calmo immaginando un uccellino che assurdamente tiene il suo ciuccio nel becco.
ma la pace profonda la trova ascoltando il fratello maggiore.
nm: dài, np, non piangere, a casa hai ancora tre ciucci vivi.
m: tre ciucci vivi? cosa sono i ciucci vivi?
nm: sono i ciucci di np. lui ha una vita viva.
m: come... ha una vita viva?
nm: perchè ha ancora tre ciucci a casa.
chiarissimo.

martedì 21 febbraio 2012

tonfo

nm ha la febbre che va su e giù da 3 giorni.
dopo pranzo si è addormentato sul divano.
anche np dorme. nel letto di m e p.
finalmente posso dedicare tempo a me stessa.
dopo una decina di minuti, un tonfo.
che sarà? nessuno piange. non può essere nm che è caduto dal divano.
continuo a dedicarmi altro tempo. passa mezz'ora.
uno scrupolo mi invita a vedere se nm è dove l'ho lasciato.
il divano è libero, la coperta sul pavimento.
nel suo lettino nm non c'è. nel letto di m e p, accanto a np, sì.
in posizione fetale, senza coperta.
va beh, il tonfo era proprio di nm, che ha pensato bene di trasferirsi in un posto più largo e accogliente per la pennica pomeridiana, al sicuro dai tonfi.

venerdì 10 febbraio 2012

ndindòndio

ci ho messo un po' a tradurre np. mentre ascolta musica alla radio, balla e poi mi dice:
mamma, ndindòndio!
m: cos'è ndindòndio?
np: ossì...
cioè: "così " ed essendo dotato di senso pratico, np si mette a girare su se stesso, canticchiando: ndìndondiooo... 
m: aaah! il girotondo!
np è raggiante perchè ho capito.
np: sì, dài, mamma.. ndindòndio!..ndìndì... ndòndio...càcca uòndo....càcca tèia...tutti iù ittéiaaa!
dopo 248 girotondi, si presenta nm ridendo, attratto dal nostro ndìndondio. prontamente np, temendo di perdere la priorità acquisita, si precipita tra le mie braccia e con lo sguardo furioso rivolto a nm grida:
noooo! mi mammaaa!
per np io sono la mamma sua e di nessun altro.

lunedì 6 febbraio 2012

caduta libera

sono le 5 del pomeriggio. parcheggio la macchina sotto casa.
io e i nanetti siamo finalmente arrivati dopo il tour tra una scuola e l'altra.
adesso dobbiamo attraversare pochi metri di ghiaccio e neve per arrivare al portone.
nm cade mentre corre proprio su una lastra che sembra marmo di carrara.
si ritrova col sedere pelleossa sulla minipista gelida, ma ride di gusto.
è troppo divertente giocare al pattinaggio su ghiaccio.
m: ti sei fatto male nm? ti avevo detto di non correre, invece lo hai fatto e sei caduto.
nm sta ancora ridendo da matti come sua sorella.
nm: no, mamma, non mi sono fatto male. sono caduto come uno slittino!

latte

lunedì ore 7.10: tutti seduti per la colazione.
p lungimirante ha preparato la tavola ieri sera con tazze, cucchiai, biscotti.
le tazze dei nanetti sono di plastica colorata e le ha comprate lui quando è nato np.
i colori li aveva scelti ng. io le ho sempre viste con una certa antipatia perché sono troppo leggere. nel senso che se metti dentro il cucchiaio e la tazza è vuota o semivuota, quella si inclina dalla parte del cucchiaio. anche se è piena o semipiena è un po' rischioso.
da pochi mesi anche np usa la tazza a lui destinata dalla nascita, perciò p è finalmente soddisfatto nel vederle tutte e tre in uso ai rispettivi proprietari.
purtroppo al mio risveglio non mi si è accesa la lampadina, quella che mi dice:  
devi alzarti tu a scaldare il latte per tutti se non vuoi buttarne altro nel lavandino, come quasi tutte le mattine.
quando sono arrivata in cucina ero piacevolmente stupita dal giusto quantitativo di latte nelle tazze di ng e di np, mentre in quella di nm ce n'era decisamente troppo. ma forse il volume della schiuma del cappuccio bianco mi traeva in inganno.
decido di non dire nulla e di prepararmi il te'.
p non riesce a controllare i decilitri di latte, ma nemmeno la sua irrefrenabile voglia di giocare con i nanetti, anche a tavola. risultato: alle 7.13 nm finge di essere arrabbiato dopo aver ricevuto un buffetto affettuoso da p e alle 7.15 p, ng e nm giocano a braccio di ferro mentre np grida: attìo! attìo! ossia: anch'io! anch'io!
peccato che il latte fosse ancora nelle tazze mentre era già ora di andare a lavarsi.
m: p, la tazza di nm...la vedo male.
p: la mamma ha ragione, dai finiamo il latte.
i nanetti tornano ai loro posti ipercarichi di euforia.
nm: papi mi leggi gli aristo?
cioè il libretto con la storia degli aristogatti.
p: sì, leggo, ma tu finisci di mangiare.
forse l'euforia verrà riportata sotto la soglia di allarme.
p legge le prime righe, io sorseggio quasi tranquillamente il mio te' verde guardando il riflesso dei miei capelli scompigliati nel cerchio bollente, quando sento un "porcocane!" di p.
mi volto a destra mentre il mio te' stava appena iniziando a scaldarmi nonostante i 10 gradi sottozero esterni e vedo la mia paura materializzata: la schiuma bianca, il latte, la tazza e il cucchiaio di nm ricoprono un quinto di tavola, la sua sedia col cuscino imbottito e 40 o 50 centimetri quadrati di piastrelle sul pavimento.
io l'avevo detto che la vedevo male, quella tazza!

tra mamme

io, nm e np siamo in macchina nel parcheggio della scuola di ng.
se qualcuno potesse stare qui con loro giusto il tempo di andare al cancello della scuola a prendere ng mi eviterei la fatica di correr dietro a np o di portarlo in braccio.
mi guardo intorno. c'è la mamma di una compagna di ng. scendo dalla macchina e chiedo a lei.
m: ciao n! come va?
n: ciao. ho il bambino in macchina con la febbre. lo puoi guardare mentre prendo le bambine? è tranquillo.
mi ha preceduto. nervosamente sorrido.
m: te lo volevo chiedere io se mi guardi i miei...
fortuna che tra le nostre auto ce ne sono solo altre due.
ok, le dico. faccio un po' avanti e indietro.
in meno di tre minuti mamma n torna indietro con le due nanette.
le ridò le sue chiavi della macchina. me le aveva date per...se il nanetto avesse mostrato insofferenza alla solitudine, suppongo, ma la cosa non era stata detta.
a volte non dire i possibili imprevisti porta bene.

gli scarabeschi

tutti in macchina pronti a partire per scuola, asilo e nido.
il termometro digitale dell'auto registra - 2°.
riscaldamento a manetta e coperta sulle gambe dei tre nani.
eccitatissimi perché tutto è bianco ed è troppo bello avere il copertone blu ikea in macchina.
forse lì fa sentire ancora a casa.
c'è ghiaccio sul parabrezza.
p: guardate che bello, il ghiaccio ha fatto dei disegni sul vetro.
ng: belli! guarda mamma, il ghiaccio ha fatto gli scarabeschi!